• slidebg1
    Coppia nell‘orto - Désiré Meynet
  • slidebg1
    Donne nell‘orto - Champion Aldo Daniele
  • slidebg1
    Orto recintato - Bérard Octave
  • slidebg1
    Uomo con zucca - Lucca Giuseppe
  • slidebg1
    Croce nel campo - Bérard Octave
  • slidebg1
    Orto coltivato - Virginie Deguillame
  • Le maraîcher de haute montagne - Joseph Péaquin
  • 1930
    1935
    1958
    1960
    1962
    2021
    2022
 Indietro

Categoria

Saperi Tecnici e Artigianali

Tag

DOVE

(AO), Valle d’Aosta - Italia

I produttori cercano sempre più di raggruppare le loro proprietà in una stessa zona, al fine di facilitare la lavorazione con i mezzi meccanici senza troppi spostamenti.

CHI

Becquet Samuel Becquet Samuel
(informatore)
Ceppi Alessia Ceppi Alessia
(informatrice)
Chierico Federico Chierico Federico
(informatore)
Collé Clelia Collé Clelia
(informatrice)
Elter Giorgio Elter Giorgio
(informatore)
Gerbaz Tiziana Gerbaz Tiziana
(informatrice)
Lugon Davide Lugon Davide
(informatore)
Neyroz Alessandro Neyroz Alessandro
(informatore)
Nicoletta Alessio Nicoletta Alessio
(informatore)
Pavese Nathan Pavese Nathan
(informatore)
Pession Noemi Pession Noemi
(informatrice)
Tognan Erik Tognan Erik
(informatore)

Conoscenze, saperi, pratiche e valori dell’orticoltura in Valle d’Aosta

(cortì - courtì - Queôtì - queurtì - quiourtì)

Storicamente, coltivare il proprio orto in Valle d’Aosta era una questione di sussistenza per nutrire la famiglia soprattutto durante la stagione invernale, quando c’era scarsità di prodotti freschi a causa degli inverni rigidi. Questa tradizione di produzione per autoconsumo si è perpetuata a livello familiare e continua ad essere molto presente, mentre solamente da una decina di anni l’orticoltura si è sviluppata per diventare una vera e propria filiera produttiva: “l’orto è una coltura tradizionale a livello valdostano, infatti è problematico (anche se è molto positivo), perché tanta gente fa il suo orto a casa e non ha bisogno di comprare verdura, a parte a inizio stagione. Infatti andiamo ad Aosta in città per le consegne dove la gente non ha l’orto, oppure bisognerebbe andare nei luoghi turistici dove ci sono molte seconde case”.
Ad oggi, questa filiera sembra essere ricca di potenzialità, infatti, sia da parte dei locali, che da parte dei turisti, esiste un forte interesse per i prodotti orto-frutticoli locali. Interessanti sono le strategie messe in atto dagli agricoltori perché ognuno possa trovare il proprio canale di vendita, a seconda di dove si trova l’azienda e della clientela che si desidera raggiungere.
In particolare, esiste una collaborazione tra i produttori che si sostengono nella vendita, ad esempio scambiandosi i prodotti tra di loro, al fine di avere una maggiore scelta per il consumatore nel proprio punto vendita: “con altri produttori facciamo degli scambi ad esempio con le mele che qui non crescono”.
Alcuni agricoltori sembrano voler valorizzare questa filiera anche per poter salvaguardare prodotti tradizionali che non si trovano nella grande distribuzione, e quindi perpetuare alcune varietà locali, come un patrimonio da conservare: “nell’orto abbiamo fatto attenzione a piantare alcune varietà più locali oltre a quelle che trovi nei vivai. Ad esempio abbiamo recuperato delle varietà di fave, di fagiolini, abbiamo il cavolo rapa che è un po’ più particolare e che abbiamo solo noi al mercato”; “volontà di mantenere il patrimonio (i semi erano trasmessi nel corredo di nozze fino all’800)”.

NOTIZIE STORICO-CRITICHE

La Valle d’Aosta ha una forte tradizione agricola che era basata su un’economia di sussistenza. Tradizionalmente, ogni famiglia coltivava ciò che le serviva per il suo fabbisogno, e questo comprendeva tra le altre cose anche l’orto. Tuttavia, l’orto-frutta è sempre rimasto limitato al dominio familiare senza mai svilupparsi in filiera, fino all’ultimo decennio quando i primi produttori si sono lanciati nel creare aziende agricole di orto-frutta: “l’orticoltura non è una filiera tradizionale, ma è sempre esistita a livello familiare. Perché serviva per produrre per l’inverno cose che si conservavano e che nutrivano”; “non era una filiera tradizionale e la comunità non lo sente come un qualcosa di tradizionale. Prima si raccoglieva per consumare in inverno perché era quella la stagione difficile dove mancava il mangiare. Infatti quando ho iniziato, molti erano perplessi e mi dicevano che portavo via dei terreni utili ai fieni, adesso c’è molta più possibilità anche perché il clima è diverso in tutta la Valle d’Aosta”.

APPRENDIMENTO E TRASMISSIONE

Essendo l’orto una tradizione familiare in Valle d’Aosta, molto spesso i giovani titolari delle nuove aziende, hanno da sempre praticato in casa per aiutare i genitori o i nonni, imparando quindi per esperienza: “abbiamo imparato da sempre, dalle nonne e poi abbiamo fatto i corsi e ci siamo appassionate, poi siamo anche state seguite da un tecnico dello IAR. Dalla nonna ad esempio ricordo che metteva sempre i fiori, e in effetti sono utili nell’orto per gli insetti e per la biodiversità”; “la passione per l’orto è di famiglia dove si coltivava per sussistenza, ho tenuto le sementi da sempre. Poi per il gusto, la salute, per recuperare delle sementi che sennò andrebbero perdute, come molte sono già andate perdute”. Altri hanno imparato partendo da zero, informandosi, studiando e praticando: “i miei genitori facevano altro e non mi hanno mai spinto a fare agricoltura anche perché vedevano che non rendeva quando erano più piccoli con i nonni. Mi è venuta la passione da piccolo, ma prima quando si prendeva la strada dell’agricoltura era sempre solo zootecnica, mentre io ho iniziato con i piccoli frutti e tutti mi prendevano per matto a fare questo qui ad Ayas. Il mio figlio più grande fa terza media, viene in campo ogni tanto, ma adesso stanno studiando e poi vedranno cosa vogliono fare”.

COMUNITÀ

La maggior parte dei titolari di aziende agricole che si occupano di orticoltura sono ex-studenti dell’Institut Agricole Régional (IAR). Sono molto giovani (meno di 35 anni)e hanno creato la propria azienda senza avere alle spalle una struttura agricola familiare. Le nuove realtà agricole (e almeno all’inizio) sono comunque a conduzione familiare, costituite da pochi ettari di terreno, che offrono lavoro per il titolare senza dover assumere dipendenti, che comporterebbero un costo supplementare, non facilmente gestibile per una piccola neo-azienda. Anche se i produttori lavorano individualmente nelle loro aziende, sembra ci siano spesso scambi e contatti tra i vari titolari al fine di cooperare e supportarsi in varie occasioni, come la vendita o la condivisione di consigli.

AZIONI DI VALORIZZAZIONE

Per i giovani che sono a inizio carriera, l’orticoltura è una filiera relativamente semplice con la quale partire, per i costi di avvio bassi e soprattutto per la resa immediata nello stesso anno dell’impianto. Essendo una filiera recente in Valle d’Aosta, il mercato non è ancora saturo e i canali di vendita sono molti. Esistono poi tante possibilità di vendita a seconda della strategia di ogni produttore (data anche dalla sua filosofia e dal luogo in cui si trova la sua azienda). Ogni agricoltore sceglie infatti la sua clientela, generalmente, ad esempio, nelle vallate molto turistiche i prodotti sono acquistati principalmente dagli abitanti delle seconde case, mentre a fondo valle si cercano altri canali di distribuzione, compresi i supermercati che stanno mostrando interesse per il prodotto locale.
I produttori a fondo valle, che hanno soprattutto clienti locali, puntano molto, oltre che sulla qualità, anche sulla quantità di certe colture, sapendo che spesso gli abitanti coltivano il proprio orto, ma che non producono abbastanza per preparare conserve o marmellate: “la gente del posto ha gli orti, ma io avendo le serre, ho una stagionalità diversa. Oppure ho la quantità per fare le conserve”.
Una misura interessante da mettere in atto potrebbe essere quella di sviluppare un canale di vendita con le mense scolastiche (o ristoranti, o micro - comunità), infatti, i bambini avrebbero cibi di qualità e i produttori avrebbero un cliente fisso assicurato. In pochi però hanno menzionato un accordo di questo tipo. La potenzialità di questa filiera esiste in quanto c’è una forte domanda, e questo è dovuto soprattutto alla volontà dei clienti di acquistare dei prodotti coltivati localmente, in modo naturale e con una qualità organolettica superiore. Sembra quindi esserci una consapevolezza nuova e un interesse crescente per i prodotti naturali, sani e locali, coltivati in piccole realtà: “i clienti adesso sanno che ci telefonano e ci chiedono «cosa c’è nell’orto questa settimana?», e in funzione ordinano quello che c’è. Prima la gente non capiva, ma adesso sanno che devono fare così perché devono dare tempo alla natura, prendere in funzione di quella che offre la stagione”.

MISURE DI SALVAGUARDIA

Non esistono a livello regionale strumenti di protezione, né misure di salvaguardia messe in atto dalle istituzioni. Sembra però che gli agricoltori credano nella potenzialità di unirsi e collaborare attraverso associazioni, consorzi, cooperative o varie iniziative locali. Recentemente è nato il consorzio “Orto VDA” costituito per il momento da 12 affiliati, che ha l’obiettivo di valorizzare e tutelare il prodotto, facendolo conoscere al consumatore tramite una sensibilizzazione attraverso una campagna di comunicazione. Non ha scopo di lucro, ma è un tramite tra acquirente e produttore, e grazie alla sua rete di scambi permette di offrire continuità al cliente (con i tempi di maturazioni variabili a seconda del luogo di produzione), dove ogni agricoltore offre un suo prodotto: “lo scambio di prodotti permette al cliente di avere più scelta di prodotti locali in un solo luogo, senza dover percorrere tutta la valle”. Questo marchio sostiene gli agricoltori nelle spese che devono affrontare e nelle possibilità di vendita: “permette di fare delle spese comuni su ad esempio sementi, fitofarmaci, vaschette ecc., e vogliamo discutere il prezzo con gli acquirenti e fare un prezzo base per l’anno successivo in modo da essere remunerativo, ma variabile a seconda dell’annata. Il consorzio permette anche di comunicare tra i produttori per evitare che si crei una concorrenza”. Questo consorzio possiede uno statuto, un disciplinare di produzione, un’assistenza tecnica, un controllo di qualità ed è basato su alcune regole di produzione che vietano la monocoltura e l’idroponia, e richiedono l’utilizzo di sostanze organiche per la fertilizzazione e tecniche di coltivazione a basso impatto ambientale.
Un altro esempio di collaborazione è quello del mercato del sabato di Gressoney-Saint-Jean. Questa iniziativa partita dal basso consiste in un mercato settimanale che riunisce i produttori della vallata nella stagione turistica, per facilitare la vendita dei loro prodotti. Si tratta di una comunità di produttori locali.
C’è poi la cooperativa regionale della Cofruits, dove ogni produttore porta la sua raccolta personale, e la cooperativa si occupa di distribuire i vari prodotti: “l’idea della cooperativa era quella di essere la piattaforma per i produttori per smerciare, per avere i prezzi uguali per tutti, così il produttore non deve farsi il problema di cercare il cliente, e anche di passare le giornate a distribuire, perché fa tutto Cofruits. Adesso c’è anche un e-commerce della Cofruits, dove tutti possono prenotare e farsi consegnare, così si può anche organizzare la distribuzione”.

 

 

Beni immateriali collegati

Coltivazione delle patate in Valle d’Aosta
Conoscenze, saperi, pratiche e valori sulla produzione delle fragole in Valle d’Aosta
Conservazione dei prodotti dell'orto in Valle d'Aosta

Per sapere di più

Siti web

Bibliografia

  • Neyroz Alessandro, Olmedo Marcela , Vout Annie, Cout Fiorenza
    Orti di montagna - Tecniche, informazioni, schede e curiosità tra Mont-Emilius e Grand-Combin
    Testolin 2015
  • Conserver le souvenir…se souvenir pour conserver - Bétemps Alexis, Philippot Lidia - Autour de la table de la "meizón" au début du XXe siècle
    Arti Grafiche E. Duc 2005

A cura di

ITALIA Regione Valle d'Aosta - Ufficio Regionale per l'Etnologia e la Linguistica - Virginie Deguillame

Data di pubblicazione

05-DEC-2022 (Virginie Deguillame)

Ultimo aggiornamento

29-DEC-2022 (Agostina Lavagnino)

download cover image




Dalla Community


 Racconta