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    L'essor de la fraise - Joseph Péaquin
  • 2022
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Saperi Tecnici e Artigianali

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DOVE

(AO), Valle d’Aosta - Italia

I produttori cercano sempre più di raggruppare le loro proprietà in una stessa zona, al fine di facilitare la lavorazione con i mezzi meccanici senza troppi spostamenti.

CHI

Carlon  Michael Carlon Michael
(informatore)
Casadei Andrea Casadei Andrea
(informatore)
Neyroz Alessandro Neyroz Alessandro
(informatore)
Nicoletta Alessio Nicoletta Alessio
(informatore)
Opezzo Dorothy Opezzo Dorothy
(informatrice)

Conoscenze, saperi, pratiche e valori sulla produzione delle fragole in Valle d’Aosta

(Enfré - frahté - fratì - fraya - fréque - frèya - frique)

La filiera delle fragole si è notevolmente sviluppata negli ultimi anni in Valle d’Aosta. Questa coltura, la cui domanda è forte, sembra avere una grande potenzialità per diversi aspetti quali la loro qualità organolettica, o per il fatto che è un buon prodotto per iniziare la stagione, quando le altre colture non sono ancora mature: “ho scelto questo prodotto perché soprattutto in bassa valle hanno tutti l’orto, ma le fragole non vengono bene, quindi dovevo fare qualcosa che si sarebbe venduto e che non si trova tanto. Nel supermercato si trovano le fragole da marzo che non si sa da dove arrivano e che non hanno gusto”; “abbiamo deciso di mettere le fragole perché sono un buon inizio stagione e perché c’è la richiesta. La nostra stagione va dal 20 maggio a massimo il 20 giugno, avendo diverse varietà che hanno tempi di maturazione diversi”; “ho messo 2 varietà di fragole per avere un periodo di raccolta un po’ più lungo, da metà-fine giugno a metà luglio”. La coltivazione delle fragole è molto interessante anche per l’aspetto legato al mercato e alla vendita. Infatti, nonostante la Valle d’Aosta sia una regione molto piccola, le differenze di altitudine e di temperature tra un luogo e l’altro, così come la scelta delle varietà, permettono alle aziende di avere gli stessi prodotti in tempi diversi, non saturando così il mercato, ma anzi allungando naturalmente la stagione produttiva: “sia per le verdure che per le fragole c’è il vantaggio che la stagione è sfasata rispetto a più giù. La cosa positiva è che i tempi di maturazione sono molto diversi rispetto in bassa valle. Le ultime fragole si raccolgono anche ad agosto. La nostra stagione va da metà aprile a novembre, cioè il periodo senza neve”; “la fragola qui arriva a fine luglio: vediamo nel punto vendita e c’è molta domanda anche perché siamo gli ultimi ad averla”; “abbiamo scelto di fare fragole perché si adattano bene alla montagna e qui arrivano più tardi e sono molto più buone (siamo a 1000 mt). In pianura arrivano a Pasqua, e la gente non è stufa di avere ancora delle fragole a luglio, anzi”.

NOTIZIE STORICO-CRITICHE

La filiera delle fragole è molto recente in Valle d’Aosta, nonostante la regione abbia una forte tradizione agricola basata su un’economia di sussistenza. Tradizionalmente infatti, ogni famiglia coltivava ciò che le serviva per il suo fabbisogno, e questo comprendeva tra le altre cose anche l’orto, che permetteva di produrre alimenti che si conservavano anche in inverno e fino in primavera, ovvero le stagioni più povere dal punto di vista alimentare.

APPRENDIMENTO E TRASMISSIONE

Essendo le fragole una filiera agricola molto recente in Valle d’Aosta, molto spesso i giovani hanno dovuto imparare in modo indipendente, formandosi autonomamente e non tramite la trasmissione familiare come invece spesso accade in altre filiere agricole: “ho sempre fatto l’orto con il nonno (ma non le fragole), e mi piaceva, così poi ho fatto l’Institut Agricole Régional e per le fragole ho imparato facendo, anche sbagliando, e ho fatto un corso privato a pagamento che mi ha insegnato molto”; “io ho un passato non agricolo, ho studiato fotografia a Firenze ma mi mancava troppo la Valle così sono tornata e volevo costruire qualcosa di mio. Ho imparato facendo dei corsi di piccoli frutti, dei giovani agricoltori e poi molto con l’esperienza”.

COMUNITÀ

La maggior parte dei titolari di aziende agricole che hanno sviluppato la filiera delle fragole sono ex-studenti dell’Institut Agricole Régional (IAR). Sono molto giovani (meno di 35 anni) e hanno creato la propria azienda senza avere alle spalle una struttura agricola familiare. Le nuove realtà agricole (e almeno all’inizio) sono comunque a conduzione familiare, costituite da pochi ettari di terreno, che offrono lavoro per il titolare senza dover assumere dipendenti, che comporterebbero un costo supplementare, non facilmente gestibile per una piccola neo-azienda. Anche se i produttori lavorano individualmente nelle loro aziende, sembra ci siano spesso scambi e contatti tra i vari titolari al fine di cooperare e supportarsi in varie occasioni, come la vendita o la condivisione di consigli. A livello istituzionale, non esistono feste o fiere che valorizzano specificatamente l’orticoltura, anche se i banchi dei produttori di orto-frutta sono sempre più presenti nei mercati annuali, insieme agli altri agricoltori o artigiani: “non c’è nessuna festa sulle fragole e nemmeno sull’orticoltura forse perché non è mai stata una coltura tradizionale, che fino ad ora si puntava tutto sulla zootecnica qui”.

AZIONI DI VALORIZZAZIONE

Per i giovani che sono a inizio carriera, la filiera delle fragole è relativamente semplice con la quale partire, per i costi di avvio bassi e soprattutto per la resa immediata nello stesso anno dell’impianto. Essendo una filiera recente in Valle d’Aosta, il mercato non è ancora saturo e i canali di vendita sono molti. Esistono poi tante possibilità di vendita a seconda della strategia di ogni produttore (data anche dalla sua filosofia e dal luogo in cui si trova la sua azienda). Ogni agricoltore sceglie infatti la sua clientela, generalmente, ad esempio, nelle vallate molto turistiche i prodotti sono acquistati principalmente dagli abitanti delle seconde case, mentre a fondo valle si cercano altri canali di distribuzione, compresi i supermercati che stanno mostrando interesse per il prodotto locale. I produttori a fondo valle, che hanno soprattutto clienti locali, puntano molto, oltre che sulla qualità, anche sulla quantità di certe colture, sapendo che spesso gli abitanti coltivano il proprio orto, ma che non producono abbastanza per preparare conserve o marmellate: “vengono molto per le fragole perché non hanno abbastanza quantità per fare le marmellate, o i pomodori per le conserve. E molti clienti di Aosta che ci conoscono grazie ai mercati e scendono per conoscerci”. Una misura interessante da mettere in atto potrebbe essere quella di sviluppare un canale di vendita con le mense scolastiche (o ristoranti, o micro - comunità), infatti, i bambini avrebbero cibi di qualità e i produttori avrebbero un cliente fisso assicurato. In pochi però hanno menzionato un accordo di questo tipo.
Una strategia ampiamente usata per poter avere una continuità durante l’anno è quella di trasformare i prodotti. Ciò permette di vendere anche in inverno, oltre a non avere sprechi durante l’estate: “le fragole danneggiate le porto alla Douce Vallée di Châtillon per fare le marmellate, così non spreco niente, altrimenti il resto lo vendo tutto fresco”; “la vendiamo fresca, oppure se abbiamo degli scarti perché non è bella, facciamo le confetture con un nostro laboratorio di trasformazione”; “ho iniziato a trasformare in marmellate e liquori per allungare la stagione. Ma la vendita fresca è la più semplice”. Altri invece hanno deciso di ampliarsi con una filiera complementare: “ho fatto la scelta di coltivare fragole e asparagi per la stagionalità, perché i gelati mi coprono l’estate, le galline l’inverno. Mentre fragole e asparagi sono le prime colture in primavera”.
La potenzialità di questa filiera esiste in quanto c’è una forte domanda, e questo è dovuto soprattutto alla volontà dei clienti di acquistare dei prodotti coltivati localmente, in modo naturale e con una qualità organolettica superiore:” “le fragole hanno delle qualità organolettiche molto superiori rispetto ad altrove, grazie all’escursione termica ma anche perché sono raccolte a maturazione per la vendita diretta”. Sembra quindi esserci una consapevolezza nuova e un interesse crescente per i prodotti naturali, sani e locali, coltivati in piccole realtà.

MISURE DI SALVAGUARDIA

Non esistono a livello regionale strumenti di protezione, né misure di salvaguardia messe in atto dalle istituzioni. Sembra però che gli agricoltori credano nella potenzialità di unirsi e collaborare attraverso associazioni, consorzi, cooperative o varie iniziative locali. Recentemente è nato il consorzio “Orto VDA” costituito per il momento da 12 affiliati, che ha l’obiettivo di valorizzare e tutelare il prodotto, facendolo conoscere al consumatore tramite una sensibilizzazione attraverso una campagna di comunicazione. Non ha scopo di lucro, ma è un tramite tra acquirente e produttore, e grazie alla sua rete di scambi permette di offrire continuità al cliente (con i tempi di maturazioni variabili a seconda del luogo di produzione), dove ogni agricoltore offre un suo prodotto: “lo scambio di prodotti permette al cliente di avere più scelta di prodotti locali in un solo luogo, senza dover percorrere tutta la valle”. Questo marchio sostiene gli agricoltori nelle spese che devono affrontare e nelle possibilità di vendita: “permette di fare delle spese comuni su ad esempio sementi, fitofarmaci, vaschette ecc., e vogliamo discutere il prezzo con gli acquirenti e fare un prezzo base per l’anno successivo in modo da essere remunerativo, ma variabile a seconda dell’annata. Il consorzio permette anche di comunicare tra i produttori per evitare che si crei una concorrenza”. Questo consorzio possiede uno statuto, un disciplinare di produzione, un’assistenza tecnica, un controllo di qualità ed è basato su alcune regole di produzione che vietano la monocoltura e l’idroponia, e richiedono l’utilizzo di sostanze organiche per la fertilizzazione e tecniche di coltivazione a basso impatto ambientale.
Un altro esempio di collaborazione è quello del mercato del sabato di Gressoney-Saint-Jean. Questa iniziativa partita dal basso consiste in un mercato settimanale che riunisce i produttori della vallata nella stagione turistica, per facilitare la vendita dei loro prodotti. Si tratta di una comunità di produttori locali.
C’è poi la cooperativa regionale della Cofruits, dove ogni produttore porta la sua raccolta personale, e la cooperativa si occupa di distribuire i vari prodotti: “l’idea della cooperativa era quella di essere la piattaforma per i produttori per smerciare, per avere i prezzi uguali per tutti, così il produttore non deve farsi il problema di cercare il cliente, e anche di passare le giornate a distribuire, perché fa tutto Cofruits. Adesso c’è anche un e-commerce della Cofruits, dove tutti possono prenotare e farsi consegnare, così si può anche organizzare la distribuzione”.

Beni immateriali collegati

Coltivazione delle patate in Valle d’Aosta
Conoscenze, saperi, pratiche e valori dell’orticoltura in Valle d’Aosta
Conservazione dei prodotti dell'orto in Valle d'Aosta

Per sapere di più

Siti web

Bibliografia

  • Neyroz Alessandro, Olmedo Marcela , Vout Annie, Cout Fiorenza
    Orti di montagna - Tecniche, informazioni, schede e curiosità tra Mont-Emilius e Grand-Combin
    Testolin 2015

A cura di

ITALIA Regione Valle d'Aosta - Ufficio Regionale per l'Etnologia e la Linguistica - Virginie Deguillame

Data di pubblicazione

05-DEC-2022 (Virginie Deguillame)

Ultimo aggiornamento

09-JAN-2023 (Agostina Lavagnino)

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