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2011
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Categoria
Riti e Pratiche SocialiTag
DOVE
Etroubles (AO), Valle d’Aosta - Italia
La sfilata delle maschere tocca più frazioni; le tappe significative della prima giornata di Carnevale sono generalmente le seguenti: Rue de la Tour, Rue des Vergers, Frazione Échevennoz-Dessous, Frazione Chez les Blancs, Fr. Échevennoz-Dessus, Route Nationale du Grand Saint Bernard, Rue Mont Vélan, P.zza Ida Viglino, Rue A. Deffeyes, Ruelle Marcoz. Le tappe del secondo giorno prevedono, solitamente, le frazioni: Prailles-dessus, Éternod, Véyaz, Prailles-dessous, Pallais-dessous,Vachéry.
QUANDO
Carnevale romano
CHI
Carnevale di Étroubles
(Carnaval d'Étroble)
Il Carnevale di Etroubles inizia, per tradizione, il giovedì grasso e dura due giornate consecutive. Le maschere si danno appuntamento al Municipio. Il "porta bandiera" suona il suo corno per comunicare la partenza della bènda, accompagnata dalla musica del brano Seundzo d'Allein. Egli guida il gruppo di maschere nelle varie tappe, la prima è sempre la casa del Sindaco. Durante tutta la giornata, la bènda effettua all'incirca quattordici tappe; dove ogni volta essa trova al suo passaggio abitanti di Étroubles che offrono bevande e cibo nelle loro taverne o garage. La bènda è composta da circa una settantina di persone di ogni età, tra cui: il porta bandiera, i sei musicisti, due coppie di arlequin e démouazella, le landzettes, i sei orsi (quattro neri, uno beige e uno bianco), il diavolo e quasi distaccati dal corteo il toque e la tocca e le médecin. La guida porta un gonfalone con la scritta La bènda di Etroblen, indossa un frac blu e dei pantaloni neri ricamati con le paillettes; un cappello di forma cilindrica con paillettes, coccarde; degli occhiali con un naso finto e il pizzetto tinto di biondo. I sei musicisti suonano il saxofono e la fisarmonica. Gli arlecchini vestono entrambi un pantalone a righe multicolori, una giacca ricca di perline, paillettes, un bastone con frange colorate, si differenziano dalla forma del cappello. Le due -démouazelles- indossano un abito lungo e bolerino decorati da paillettes e perline; uno era bordeaux e l'altro fucsia. Portano un cappellino e una mascherina con velo. Le landzettes sfilano a coppie di colori di varie tonalità, (nero, viola, lilla, fucsia, rosso, arancione, gialla, verde smeraldo, verde acqua, azzurro turchese, beige, blu, bordeaux) i costumi sono arricchiti da paillettes, perline, nastri, coccarde e specchietti. Il cappello da fiori, specchietti e nastri, e la forma ricorda quello dei soldati napoleonici; ad eccezione di alcune landzettes di colore nero che portano il cappello a forma cilindrica.
Tutte le landzettes tengono tra le mani una coda di cavallo e, intorno alla vita, portano una cintura munita di un campanello. Il volto è coperto da una maschera, alcune sono in legno, ma in maggioranza di plastica. La coda è utilizzata per ballare in cerchio e per spettinare e solleticare le gambe degli spettatori; inoltre, per non rivelare la loro identità, le landzettes camuffano la propria voce. Il diavolo indossa un costume rosso e nero decorato da paillettes e perline (in fondo al pantalone sono state riprodotte delle fiamme), un mantello con la scritta lo djablo ed un forcone. Sul viso porta la classica maschera da diavolo con parrucca e corna. Il toque e la -tocca- indossano abiti, decorati da paillettes e perline, dello stesso colore soltanto invertiti. Il toque ha la giacca blu e i pantaloni neri mentre la -tocca- ha la giacca nera e la gonna blu. Entrambi hanno il bastone e una maschera da vecchi; l'uomo indossa un cappello a falda larga mentre la donna un foulard a fiori. Il loro comportamento è imprevedibile; cercano, e più delle volte ci riescono, a buttare a terra o nella neve le persone che osservano la sfilata. Il costume del médecin è costituito da una mantella, un gilet, una camicia e un pantalone al ginocchio e un cappello cilindrico decorati, un bastone, una borsa da dottore.
NOTIZIE STORICO-CRITICHE
Il primo documento scritto che testimonia la presenza del carnevale in Valle d'Aosta, è una lettera, datata 1467. Il suo contenuto esprime il disappunto di Monsignor François de Prez verso una sfilata di "orribili costumi" per le strade e le piazze di Aosta e la richiesta di quest'ultimo al Duca di prendere i provvedimenti necessari di repressione. Secondo i nostri testimoni, il carnevale della valle del Gran San Bernardo ritrova le proprie origini nelle maschere citate nella documentazione di cui sopra; queste affermazioni però non sono comprovate da fonti scritte. Tuttavia La memoria orale, trasmessa di generazione in generazione, racconta di un carnevale che in questa vallata è sempre esistito. Caratteristica di questo carnevale è il costume di velluto della landzetta, che, secondo una tradizione locale, vede la sua nascita nel maggio del 1800, a seguito del passaggio delle truppe di Napoleone, prendendo ispirazione proprio dalle divise dei soldati francesi.
APPRENDIMENTO E TRASMISSIONE
La partecipazione dell'intera comunità, e soprattutto dei giovani, assolve alla funzione di mantenimento e trasmissione del rituale. Le modalità di svolgimento della mascherata sono sostanzialmente immutate; è da considerare rilevante la volontà, da parte dei partecipanti più "anziani", di rivitalizzare vecchie regole legate allo svolgimento della stessa. L'apprendimento dei movimenti e della gestualità avviene per mimesi, o per il vissuto.
COMUNITÀ
La gran parte della comunità partecipa al Carnevale, molti sono i giovani e i bambini. Vi è un comitato del Carnevale che si occupa di organizzare le serate danzanti e dei nuovi ingressi, del cambio dei personaggi. La parte della popolazione che non indossa il costume, si occupa di offrire il cibo e le bevande, durante le tappe della sfilata; le persone più anziane, attendono con trepidazione il passaggio del gruppo mascherato. Fondamentale è il ruolo di alcune donne del paese, che per passione, nel tempo libero, confezionano i costumi.
AZIONI DI VALORIZZAZIONE
Il Museo del Carnevale della Coumba Frèide è situata in una casaforte risalente al XV secolo, classico esempio di architettura rurale tardogotica, sede della biblioteca di Allein. La mostra propone un viaggio attraverso uno dei più antichi carnevali della Valle d'Aosta, tradizione che da secoli anima i comuni della valle del Gran San Bernardo, mettendo a confronto passato e presente.
La realizzazione della mostra è stata possibile grazie a:
fotografie tratte dalla mostra "Quand l'ours se réveille… – Le Carnaval en Vallée d'Aoste de 1900 à 1970", di proprietà del BREL;
materiale di proprietà degli archivi AVAS;
lavori realizzati nell'ambito del "Project Carnaval", dalle scuole facenti parte dell'Istituzione Scolastica Grand Combin;
progetto europeo "Grand-Saint-Bernard 360°", finanziato dal programma operativo di cooperazione transfrontaliera Italia-Svizzera 2007-2013 (INTERREG IIIA);
materiale prestato o donato da privati.
Per sapere di più
Siti web
Bibliografia
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La parola alle maschere -Carnavals de la Vallée d'Aoste"
Priuli & Verlucca 2003 -
BREL Bureau régional pour l'ethnologie et la linguistique
Carnevali della montagna : Aosta, colloquio internazionale = Voyage autour des carnavals
Priuli & Verlucca, Tipografia valdostana 2003 -
Thoux Giovanni, Levi Paolo, Corniolo Francesco
Giovanni Thoux : les carnavals valdôtains
Duc 2004
A cura di
ITALIA Regione Valle d'Aosta - Ufficio Regionale per l'Etnologia e la Linguistica - Stéphanie Dalle
Supervisore scientifico
Tiziana Fragno
Data di pubblicazione
18-LUG-2011 (Stéphanie Dalle)
Ultimo aggiornamento
13-LUG-2015
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