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1976
2006
2010
Past di Premana
Il rito del "past" di Premana è strettamente legato alla tradizione dell'alpeggio. Fulcro della festa è un grande pasto collettivo, consumato all'aperto in montagna durante il mese d'agosto.
Il menù tradizionale del "past", la cui preparazione è opera rigorosamente maschile, consiste in una minestra di riso, cotto nel brodo di carne (in passato di pecora, oggi perlopiù di manzo). La minestra è preparata nei calderoni di rame, abitualmente utilizzati per la lavorazione del latte. Ogni razione è chiamata "part" ed è sufficiente per cinque o sei persone. Ogni famiglia prenota prima la sua "part" e ne paga un modesto compenso. Una volta pronta la minestra, ogni avventore ritira la sua "part" versata in secchi, scodelle e recipienti di ogni genere che ciascuno ha portato con sé. Il pasto si consuma all'aperto, nell'alpeggio, ed è accompagnato da abbondante vino e altri prodotti dell'alpeggio, come burro e formaggio.
Dopo il pranzo inizia la festa, con l'esplosione dei canti tradizionali che coinvolge tutta la comunità e che dura fino a notte inoltrata. Lo stile, il repertorio e l'importanza che il canto riveste per la comunità premanese ne fanno un caso particolare e unico in tutto l'arco alpino. Al canto partecipano tutti, adulti e bambini, donne e uomini. I canti spontanei e comunitari vengono alternati e si sovrappongono all'esibizione del coro Nives, in un repertorio che comprende canti tipici premanesi, i "tiir", cui si aggiungono canti di tradizione alpina o di diverso genere.
I past si svolgono in giornate diverse su tutti gli alpeggi attorno a Premana. Tra questi l'Alpe Barconcelli, l'Alpe Fraina, l'Alpe Deleguaggio, l'Alpe Caprecolo, l'Alpe Rasga, l'Alpe Forni, l'Alpe Chiarino, l'Alpe Premaniga.
NOTIZIE STORICO-CRITICHE
In passato i "past" si organizzavano tra la seconda metà di agosto e l'inizio di settembre, prima della chiusura della stagione del pascolo estivo. Il pasto era consumato verso le ore venti. Pietro Sassu, nel racconto di una visita all'alpeggio nell'estate 1976, scrive: "Nel tardo pomeriggio i più giovani, muniti di mangianastri, trasformano in balera lo stanzone della "casine dei lec" (cascine utilizzate fino al 1930 come dormitorio comune delle ragazze in apleggio), mentre gli adulti, formato un ampio cerchio, iniziavano poco per volta il canto, talvolta inframmezzato da motti e scherzi o dal gioco della morra. La produzione dei canti può esere preceduta da qualche assaggio sui prati nel pomeriggio oppure con la formazione di gruppi che eseguono simultaneamente, in contrapposizione, canti diversi; ma quando arriva la sera viene composto un solo grande coro. Passa in continuazione una ciotola di vino, bevuto a brevi sorsate. Si canta da seduti; soltanto per i tiir più impegnativi ci si alza in piedi, radunandosi al centro della stanza. Col passare delle ore il flusso canoro non subisce interruzioni; i contatti fisici si fanno sempre più stretti, accanto al vino, al canto, alla competitività tra diversi leaders. Dopo mezzanotte la comitiva si assottiglia poco per volta e si scioglie quando l'inizio del nuovo giorno è ormai vicino." (Pietro Sassu, Il racconto di una cultura, in AAVV, Premana. Ricerca su una comunità artigiana, Mondo Popolare in Lombardia, Silvana Editoriale, Milano, 1979, vol.10, pp.19-20)
COMUNITÀ
In passato i past erano organizzati dalle "Compagnie dei mont", le compagnie di alpeggio, che radunavano i capifamiglia dei nuclei che coabitavano lo stesso alpeggio.
Oggi gli organizzatori dei past sono associazioni o gruppi locali che ne fanno un mezzo per raccogliere fondi. Vi è il past della Società Sportiva, della Banda Musicale, della Scuola Materna, del Circolo Giovanile, del Coro Nives, etc.
La preparazione del pranzo, oggi come in passato, è compito esclusivo degli uomini, che si dividono i ruoli, coordinati da un capocuoco.
Il rituale del past riveste un'estrema importanza per i premanesi e viene sentito come momento identitario per eccellenza. Un momento in cui la comunità ha modo di rappresentare un'apprezzata immagine di sè che trova qui particolare enfasi (stretta integrazione societaria, capacità di esplosioni ludiche, abilità nel canto, gusto per le cose genuine e semplici).
Anche il past, così come l'intero ciclo rituale, è rispettato e vissuto dai premanesi con orgoglio e forte senso di appartenenza. La partecipazione attiva di tutta la comunità al rituale è particolarmente evidente nel momento del canto, dove a emergere è la collettività nel suo insieme, pur variegato.
MISURE DI SALVAGUARDIA
Il Past di Premana fa parte del R.E.I.L. (Registro delle Eredità Immateriali Lombarde), progetto di valorizzazione, salvaguardia e promozione dei beni immateriali, saperi tradizionali e pratiche rituali della Regione Lombardia.
Per sapere di più
Siti web
Bibliografia
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Sassu Pietro
Premana. Ricerca su una comunità artigiana - Il racconto di una cultura
Silvana Editoriale 1979
A cura di
Regione Lombardia - Archivio di Etnografia e Storia Sociale - Giulia La Marca
Data di pubblicazione
09-GEN-2013 (Giulia La Marca)
Ultimo aggiornamento
24-APR-2015 (Fabia Apolito)
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